Nel tutorial relativo al funzionamento del sensore ottico abbiamo visto come questi trasformi l'immagine proveniente dalla lente in un segnale elettrico grazie a numerosi pixel posti sulla sua superficie. Il numero dei pixel del sensore incide direttamente su un parametro molto importante per una telecamera: la sua risoluzione.
Per capire bene cosa sia la risoluzione, immaginiamo di disporre idealmente di un piccolissimo CCD in bianco e nero con 20x20 pixels (in totale 400 pixels). La mela dell'esempio precedente sarà composta da 400 quadratini ognuno con una sua propria tonalità di grigio.
Si definisce risoluzione di un'immagine digitale, il numero di pixels che compongono l'immagine espresso in base per altezza. Ad esempio la risoluzione dell'immagine poterebbe essere di 20x20=400 pixels. Logicamente l'occhio umano gradisce un tipo di risoluzione assai più elevato che permetta di percepire meglio i dettagli.
Le telecamere di rete IP e HD-SDI forniscono in uscita un segnale video digitale la cui risoluzione viene espressa in pixel x pixel, ugualmente alla risoluzione del sensore. Le telecamere IP di prima generazione fornivano la risoluzione VGA di 640x480 pixel. Oggi sono in grado di fornire risoluzioni anche molto superiori come 1280x720 (HD 720P) o 1920x1080 (Full HD 1080P) e oltre.
Nel caso delle telecamere analogiche tradizionali (CVBS), per poter venire trasportato su di un cavo, il segnale video del sensore viene trasformato, dalla circuitistica della telecamera, in un segnale analogico del tipo video composito, in grado di viaggiare su di un cavo per centinaia di metri.
Nella televisione a circuito chiuso la trasmissione del video avviene per la precisione in video composito, anche detto analogico, con codifica PAL (in Italia).
Il video composito non suddivide l'immagine di ogni fotogramma in pixel, come fa ad esempio un PC con il suo monitor, bensì in linee. In pratica nell'anima del cavo coassiale non transita un'informazione di luminosità e colore corrispondente ad ogni singolo pixel, bensì una stringa di informazioni corrispondenti ad una linea. L'insieme di queste linee, ricomposto da un monitor PAL, quindi in grado di recepirne la codifica, si traduce in un'immagine piena sul nostro monitor.
Anche il segnale video TV può avere più o meno risoluzione, ma invece di essere espressa in pixels è espressa in linee. Distinguiamo due tipi di risoluzione video:
Per evitare confusioni è bene precisare che il termine "linee verticali" usato per comodità non è tecnicamente del tutto corretto in quanto l'immagine in video composito è composta da SOLE linee TV orizzontali sovrapposte. Tuttavia ogni linea TV orizzontale può essere composta da più o meno informazioni a seconda della risoluzione della telecamera e questo si traduce sul monitor in più o meno "linee verticali".
Il numero di linee orizzontali di un video composito (ossia la risoluzione verticale) è fissato dallo standard PAL in 625, come abbiamo visto nel tutorial sui formati video. Resta variabile il numero di linee verticali. Per questo la risoluzione di una telecamera analogica è il numero di linee TV verticali che essa è in grado di produrre.
Logicamente è sempre determinante la risoluzione del CCD, quindi il suo numero di pixel, ma l'elettronica della telecamera può ottenere dallo stesso numero di pixel risoluzioni video anche sensibilmente diverse.
Le telecamere analogiche di ultima generazione in tecnologia AHD e così le altre tecnologie fotocopia CVI e TVI, generano un segnale video analogico ma non legato allo standard del video composito come le telecamere analogiche CVBS tradizionali sopradescritte. Per questo, pur trattandosi di un segnale analogico si parla di risoluzione pixel x pixel, come nelle telecamere con segnale digitale. Alcune preziosi consigli sulla scelta della risoluzione della telecamera li trovate nel tutorial dedicato alla scelta della risoluzione